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PROCIDA: Demolizione prevista per il 18 Agosto? 

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la casa di Elisa

la casa di Elisa

Gaetano Di Meglio | Dagli uffici del palazzo comunale di Procida, nei giorni scorsi, è sibilato un rumors inquietante. “Tornano le ruspe!”. E’ già, torniamo ad aver paura. Secondo le indiscrezioni raccolte nel palazzo, infatti, sembra che tra il 18 e il 20 agosto le ruspe dovrebbero tornare sull’isola di Graziella. Questa volta tocca ad Elisa. Già, si segue l’ordine. Dopo le demolizioni di Nicola e Nuccia nell’elenco delle R.E.S.A. c’era, per l’appunto, Elisa. La storia di Elisa è triste. Una vita colorata insieme al marito, che lo scorso Natale è volato in cielo. La paura, la tensione, il dubbio dell’arrivo delle ruspe sono state troppo forti, hanno avuto la meglio.

L’iter, ormai, lo conosciamo: ruspe, carabinieri in assetto anti sommossa, ditta incaricata e… l’abusivo di turno: una vedova! Questa è la storia.

LE COLPE DELLA POLITICA Il Sindaco Capezzutto, potrebbe vantare la scusa di essersi insediato solo qualche mese fa, ma questa scusa evitasse di dircela. Tempo fa, lanciai, la proposta di provare a chiedere al procuratore Aldo De Chiara di sottoscrivere, nelle more che la politica nazionale non ci tradisse come poi ha fatto, un protocollo d’intesa sulla scorta di quello firmato nella vicina Santa Maria Capuavetere e nella lontana Siracusa. Un protocollo che avrebbe dovuto prevedere una programmazione nelle demolizioni: 5 fasce per garantire una “gestione della giustizia più equa”, partendo da quegli abusi ancora non completati e facilmente riconducibili alla categoria della speculazione fino ad arrivare alle prime case di necessità. Ma queste sono parole inutili. E le ruspe si avvicinano…

VERSO IL 15 OTTOBRE Dagli uffici della Procura è arrivata al Sindaco (o agli uffici competenti) una richiesta che sarà difficile da evadere: entro il 15 ottobre prossimo, infatti, dal palazzo comunale dovranno far conoscere agli uffici della Procura di Napoli come si intende reperire i finanziamenti per la realizzazione delle prossime demolizioni (mutuo, di cassa a bilancio ecc ecc )

LA TESTIMONIANZA DI ELISA

Se arriveranno le ruspe, non troveranno più mio marito”

Manuela Intartaglia | Elysa Ayala ricorda il marito e ci racconta l’angoscia degli ultimi mesi pensando alla demolizione della casa. Elisa Ayala, peruviana di nascita, procidana da oltre trent’ anni, è la vedova di Antonio Migliore. Entrambi attendevano a breve l’abbattimento dell’unica e umile casa di proprietà. L’abitazione si trova in via Morea, è piccola e incompiuta. Dall’ esterno sono visibili le strutture di sostegno per il solaio e l’ intonaco completamente assente. Fredda e umile a prima vista, ha rappresentato per loro un nido accogliente dove poter vivere con dignità e crescere una figlia, che ora vive in un paese alle porte di Torino. Ed è proprio questa cittadina  che ha accolto i resti mortali del marito.

Antonio ed Elisa erano a Torino per trascorrere le festività natalizie con la figlia e il nipotino. Ma una notte, come tante, il suo cuore ha detto basta: non ce l’ha fatta più a resistere, a sopportare quel peso che ti piega l’anima e ti impedisce di continuare a guardare avanti. Elisa ci racconta di un uomo generoso e pacifico, rispettoso verso il prossimo e fervido credente – lui diceva di me che ero coraggiosa, perché volevo restare a vedere, mentre lui, invece, voleva andar via, piangeva spesso e di notte si svegliava di soprassalto – continua Elisa – soffriva molto ed era visibilmente stressato, ma non provava odio verso le persone che ci hanno denunciato, credo sia stato il dolore a portarmelo via.”

Elisa si commuove mentre parla del marito, del suo desiderio di essere sepolto a Torino, vicino alla figlia, di un desiderio esaudito dal destino.

“Noi non abbiamo niente, solo la nostra dignità, quella non possono portarcela via – ci dice Elisa che prosegue – mi ha lasciato in eredità soltanto la sua fede; il suo unico rammarico era l’indifferenza dei suoi concittadini, il disinteresse nei confronti di un problema così complesso che non meritava di essere liquidato con un  «è la legge!»”. Elisa ci confida di sentire forte il bisogno di restare qui a Procida, nonostante la solitudine, un dolore che nel profondo non potrà che renderla più forte. Ed è quello che le auguriamo, di farsi forte, perché di coraggio e di forza avrà un gran bisogno nei mesi che verranno.

(fonte:  www.ilfogliodelmare.it)

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