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Puliedil: 8 ischitani indagati 

rizzoli

Cibo rosicchiato dai topi, acqua minerale naturale che invece era di rubinetto, carni fetide o marchiate come ‘italiane’ e invece di provenienza polacca. C’e’ questo ed altro nelle oltre 400 pagine di ordinanza di custodia cautelare nell’inchiesta dei carabinieri di Napoli sugli appalti truccati per le mense di scuole, caserme, ospedali, ospizi.

Appalti in cambio di posti di lavoro, cibi avariati a scuole, ospedali e istituti per anziani: sono numerose le irregolarita’ scoperte dai carabinieri che indagano sulla Puliedil, azienda napoletana attiva nel settore della ristorazione collettiva.

Sei le misure cautelari notificate oggi tra arresti domiciliari, obbligo di dimora e sospensione dal pubblico ufficio; una cinquantina in tutto gli indagati tra cui sindaci, ex sindaci, dirigenti di strutture ospedaliere e sottufficiali della Guardia di Finanza. I reati ipotizzati dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal sostituto Henry John Woodcock sono, a vario titolo, associazione a delinquere, corruzione, truffa, turbata libertà degli incanti, falso e frode in pubbliche forniture che vede coinvolti, a vario titolo, gli ischitani Vincenzo D’Ambrosio, Giuseppe Silvitelli, Oscar Rumolo, Luigi D’Ambra, Lucio Di Massa, Alessandro Bilardi e Filippo Esposito e il dirigente dell’Ospedale di Lacco Ameno, Valentina Grossi

La Puliedil, che fa capo alla famiglia Summa, fornisce i pasti a scuole, ospedali, caserme e istituti di assistenza di numerose regioni italiane. Dalle indagini e’ emerso che in alcuni casi l’azienda si aggiudicava i contratti assumendo persone gradite a sindaci e ad altri amministratori pubblici. Un altro aspetto preoccupante riguarda la qualita’ dei cibi forniti: gli uomini del Nas hanno infatti accertato, per esempio, che ai bimbi della scuola “De Amicis” di Camposano (Napoli) sono stati presentati “prodotti mangiati dai topi”, mentre a quelli iscritti alle scuole “S. Luca”, “Cinalli” e “Aia S.Maria” di Atessa (Chieti) “prodotti carnei fetidi”. Ai plessi scolastici di Montesano Sulla Marcellana (Salerno) veniva consegnata acqua di rubinetto al posto di quella minerale. Agli anziani ospiti dell’istituto per anziani di Val della Torre (Torino), invece, anziche’ pregiata carne di bovini di razza piemontese, come previsto dal capitolato d’appalto, veniva data carne di bovini provenienti dalla Polonia.

Come il gip Pasqualina Paola Laviano ricostruisce nelle 500 pagine di ordinanza, inoltre, le quantita’ di prodotti forniti erano sistematicamente inferiori rispetto a quelle dovute, molti cibi venivano congelati e scongelati all’insaputa dei destinatari e al posto di prodotti di qualita’, come l’olio bio e le sogliole, ne venivano consegnati altri meno pregiati, come l’olio di semi o le platesse. Un contributo fondamentale alle indagini e’ arrivato dalle intercettazioni, ambientali e telefoniche, grazie alle quali gli inquirenti hanno raccolto importanti conferme alle ipotesi investigative. Sempre grazie alle intercettazioni sono stati scoperti reati non collegati con la vicenda degli appalti, come un aborto clandestino o la cessione a un allevatore di cani da caccia di farmaci prelevati illecitamente dalla farmacia dell’ospedale “Capilupi” di Capri.

Proprio grazie alle intercettazioni, sottolinea il gip, si comprende che per gli indagati “e’ radicata la consapevolezza che tutto si puo’ avere”. Il giudice fa riferimento in particolare a una conversazione tra l’imprenditore Stefano Summa e il fratello Simone nella quale il primo ribadisce: “Perche’ io non sono perdente nella vita. Io devo continuare a vincere”.

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