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“Sul Regno di Nettuno lettura parziale e disinformata della realtà”

Regno di Nettuno, i sindaci al contrattacco:
“Sul Regno di Nettuno lettura parziale e disinformata della realtà” 

Il presidente dell'AMP Regno di Nettuno, D'Ambrosio

Il presidente dell'AMP Regno di Nettuno, D'Ambrosio

il presidente l’amp Regno di Nettuno, D’Ambrosio

Comunicato stampa dei sindaci di Forio, Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Serrara Fontana e Procida | Le amministrazioni delle isole di Ischia e Procida denunciano il tentativo di condizionare la politica di sviluppo territoriale per renderla schiava di interessi economici di parte ed estranei a quelli delle popolazioni ed aziende ischitani e procidani. Si registrano da alcune settimane violenti ed organizzati attacchi stampa contro l’area marina protetta regno di Nettuno, e non si può non comprendere che ubbidiscono ad una regia ben definita.

Tutte le argomentazioni sono facilmente smontabili soprattutto perchè chi le espone cade spesso in contraddizione oppure fa trasparire una lettura parziale e disinformata della realtà.

Ricordiamo a questi critici, solo apparentemente disinformati che l’area marina protetta oltre ad essere un prestigioso riconoscimento a livello nazionale ed internazionale è uno strumento per la gestione del territorio mare fino ad oggi sottratto al potere delle amministrazioni locali.

In interviste sulla stampa sono passate informazioni errate e fuorvianti. Si è infatti affermato che la Provincia di Napoli e la Regione siano “state tenute fuori” dal Consorzio di Gestione dell’AMP Regno di Nettuno per una sorta di atto di fiducia da parte di un assessore provinciale. Chi ha fatto queste affermazioni non è evidentemente informato sul lungo percorso di istituzione dell’Area Marina Protetta, incominciato nel 1999 che ha portato tutti i Consigli Comunali ad approvare l’istituzione del Consorzio per la futura gestione nel 2002.

In questo Consorzio non era prevista e non è mai stata prevista la presenza della Provincia o della Regione. Il Ministero dell’Ambiente ha sempre trattato con gli Amministratori locali e non con la Provincia o la Regione, seguendo la linea politica che vede le Aree Marine Protette affidate a quelle Amministrazioni che ne chiedono l’istituzione e la gestione. Inoltre se è vero che il Regno di Nettuno è stato materialmente istituito dal Ministro Pecoraro Scanio, è anche vero che l’istruttoria tecnica è stata svolta sotto i ministeri Bordon, Matteoli e Pecoraro Scanio, e che lo studio di fattibilità, quindi l’avviamento della pratica di istituzione è stato fatto sotto il Ministro Bordon. L’Assessore Borrelli, inoltre aveva una delega impropria, essendo la stessa “ai parchi ed aree protette”, su cui la Provincia non ha alcuna giurisdizione. Non si capisce quindi in merito a quale ruolo affermi di aver preso delle decisioni e quali, e, quindi di cosa si stia pentendo, dato che non esiste nella procedura di istituzione di un’Area Marina Protetta dello Stato, alcun atto o decisione richiesti alla Provincia.

Venendo alle accuse che vengono portate verso il Consorzio di Gestione dell’AMP, per lo più sono relative alle regolamentazioni della nautica da diporto e all’assenza di interventi per la depurazione. Per quanto riguarda la depurazione è evidente a chi abbia avuto ruoli istituzionali che la stessa non è di competenza e nei poteri di un’Area Marina Protetta, che non può operare fuori dal “territorio mare”. Ciò nonostante il Direttore dell’AMP ha preso l’iniziativa ed organizzato un seminario tecnico nel novembre del 2009, proponendo, con il supporto dei migliori esperti italiani del settore, delle tecniche innovative di depurazione “verde”, applicabili in mare, quindi dall’Area Marina Protetta.

Questo proprio per la consapevolezza che il Regno di nettuno non potesse restare a guardare e dovesse agire attivamente in supporto alle Amministrazioni. Il progetto, innovativo, ha ottenuto una promessa di finanziamento da parte della Provincia di Napoli che è in attesa di formalizzazione. Appena la promessa della Provincia di Napoli sarà onorata verranno, quindi,  posti in opera otto sistemi ecologici di trattamento delle principali condotte fognarie delle isole di Ischia e Procida, affrontando concretamente il problema.

Per quanto riguarda “lo scandalo” delle limitazioni all’ancoraggio non si capisce perché sollevi tanto rumore. Forse a  qualcuno non piace che ci possa essere un modello di turismo che si basi sulla vera fruizione del mare goduto da chi va a vela o a motore con i giusti ritmi, e non solcato da bolidi costruiti per passare al più una giornata in mare, da parte di conducenti della domenica che devono esibire come status l’ultimo modello di barca. La limitazione all’ancoraggio è doverosa, per chi vuole e deve proteggere l’ambiente del Regno di Nettuno. Non si parla solo di Posidonia, si parla anche di coralligeno, di fondi duri colonizzati da alghe calcaree ed altri organismi che creano un campione di biodiversità unico nel Mediterraneo.

E’ assolutamente falsa e da respingere la menzogna che il sistema delle autorizzazioni sia pensato per fare cassa. Inoltre è ridicolo appellarsi al Ministro dell’Ambiente, dato che lo stesso Ministro ha approvato con Decreto Ministeriale il Regolamento che impone il pagamento di diritti di segreteria e che ha approvato (rivedendole al rialzo) le tariffe di questi diritti, avendo considerato troppo basse quelle proposte dal Consorzio. Se l’Ente Gestore avesse voluto “fare cassa”  avrebbe permesso a tutti di ancorare a pagamento, come al Parco Nazionale della Maddalena.

Questo nel Regno di Nettuno non avviene e non è possibile, a dimostrazione della falsità delle affermazioni veicolate per stampa. Non è vero che è possibile ancorare con lo scontrino del bar, non è vero che è possibile ancorare con lo scontrino della spesa. È vero che è possibile ancorare per un giorno con una speciale autorizzazione rilasciata dai ristoranti che affacciano sulle spiagge e che, tradizionalmente ricevono clienti dalla nautica, ma forse qualcuno vorrebbe che questi ristoranti chiudessero.

In ogni caso l’entità dei diritti di segreteria è una goccia nel bilancio dell’AMP e serve a pagare i ragazzi che lavorano negli uffici che rilasciano le autorizzazioni. Inoltre, a sgombrare da qualunque dubbio l’entità dei compensi per il Consiglio di Amministrazione, pari a zero euro, e lo stipendio del Direttore, pari a circa duemila cento euro mensili, sono pubblicamente dichiarati sul sito dell’Area Marina Protetta.

Chiunque, quindi, insinuasse interessi economici privati e particolari degli amministratori si assumerebbe l’onere di provare le proprie affermazioni calunniose di fronte alla legge. Le amministrazioni isolane rimarcano come sia evidente dietro gli attacchi di personaggi legati ad ambienti esclusi dalla gestione del regno di Nettuno il tentativo di imporre un modello di sviluppo concentrato sul consumo delle risorse, sulla sfrenata utilizzazione del mare che porterebbe la precaria situazione delle isole flegree a uno stato di caos assolutamente ingestibile. Le amministrazioni delle isole di Ischia e Procida rivendicano il dovere di salvaguardare l’ambiente Marino unico del regno di Nettuno dalla distruzione pianificata, da chi risponde esclusivamente a logiche economiche.

Rivendicano il diritto di programmare uno sviluppo armonioso e sostenibile dell’uso del mare accoppiato ad una crescita della qualità della fruizione turistica culturale e ambientale. Le amministrazioni delle isole di Ischia e di Procida confidano che l’Ente Gestore dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno ponga in essere tutte le misure Istituzionali di comunicazione e di difesa legale contro le falsità diffuse a mezzo stampa per difendere la missione affidata dallo Stato per la salvaguardia della biodiversità e di una sana crescita economica di questo arcipelago.

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