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Riabilitazione in piazza. La giunta raschia il barile 

Notte di lavoro per la struttura commissariale che, con il Bilancio, individua risorse da attribuire, in anticipazione, ai centri privati ad un passo dal fallimento

Operatori della Sanità privata, in particolare delle associazioni di categoria della riabilitazione, si sono incatenano domenica 19 settembre, sotto Palazzo Santa Lucia, in segno di protesta per una crisi di liquidità senza precedenti che porta al collasso centinaia di strutture accreditate con il Servizio sanitario regionale. Dopo un incontro con il sub commissario Giuseppe Zuccatelli, la struttura commissariale si è messa subito al lavoro, con l’ausilio dei tecnici dell’assessorato al Bilancio, per portare in giunta, già oggi, una delibera che sblocchi tutti i fondi disponibili per fronteggiare l’emergenza. La protesta coinvolge l’Aspat (Associazione sanità privata accreditata territoriale), l’Anisap (Associazione nazionale istituzioni sanitarie ambulatoriali private) e l’Anpric (associazione centri di riabilitazione).

All’incontro di una delegazione con il subcommissario Giuseppe Zuccatelli che condivide pienamente il punto di non ritorno e le difficoltà di natura finanziaria, la Regione si impegna a presentare in Giunta misure finanziarie ad hoc per tutelare le strutture convenzionate. “Con un po’ di buona volontà i fondi si possono sbloccare” afferma Stefano Caldoro, governatore della Campania, in merito al piano di riordino ospedaliero, a margine della commemorazione, ieri a Napoli, del socialista Silvio Pavia. Si lavora dunque, sul fronte del riordino del sistema ospedaliero e, dall’altro, all’interlocuzione e al dialogo con i soggetti che battono cassa. Fari puntati sui contenziosi. Decreti ingiuntivi e contenzioni sono “fatti – dice Caldoro – dalle stesse persone che hanno bisogno di cassa per andare avanti, ma nel frattempo attraverso questo tipo di azione si blocca la cassa” . Una situazione dunque da sbloccare limitando, per esempio, le azioni ingiuntive. La coperta e’ corta, che vogliamo fare? Teniamo tutto bloccato?”.

Il nodo da sciogliere riguarda lo sblocco dei fondi destinati alla Campania. “Per farlo servono il piano sanitario, il controllo della spesa farmaceutica, blocco del turn over. Siamo a due terzi del lavoro. Mi auguro che con il tavolo finale di metà ottobre, si riesca a chiudere il cronoprogramma necessario per sbloccare i primi finanziamenti”. In ballo ci sono 2 miliardi di euro che il governo centrale tiene fermi da ormai tre anni. Il ritardo medio dei pagamenti per le aziende sanitarie più virtuose oscilla tra le 12 e le 17 mensilità, mentre le meno virtuose arrivano anche ad un ritardo di 32 mensilità. “I privati sono diventati le banche della Regione Campania”, dice Carmine Petrone, presidente Anpric, l’associazione che riunisce i 36 centri di riabilitazione accreditati che da soli erogano il 40 per cento. L’Anisap, in assenza di fatti nuovi sospende gli stipendi da ottobre per i dipendenti. E in fila per riscuotere milioni di euro, ci sono anche i centri di dialisi.

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