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“Riapre il Capricho: una grande mostra per ricordare il terremoto, 130 anni dopo” 

capricho di calise

“Proprio oggi, il 28 luglio, il Comune di Casamicciola ricorda il famoso terremoto di Casamicciola, divenuto un simbolo e un case history mondiale in quanto a studi sismici”.

Abbiamo sognato di avere una classe dirigente attiva, fattiva, capace a Casamicciola. Ci siamo svegliati nell’incubo Arnaldo-Ciro-Maurizio-Loredana-Gianfranco (per restare nella possibile giunta, minuscolo of course).

Era il 28 luglio 1883
Alle 21.30 circa del 28 luglio 1883 un violento terremoto colpì la località di Casamicciola, nell’isola d’Ischia, e i comuni limitrofi, soprattutto Lacco Ameno eForio. La scossa tellurica, di tipo sussultorio e ondulatorio, durò 13 secondi e fu valutata, nell’epicentro, del X grado della scala Mercalli; la magnitudo, espressa secondo la scala Richter, è stata successivamente calcolata pari a 5,8: l’apparente discrepanza pare dovuta alla superficialità dell’ipocentro. Le vittime furono 2.313, di cui la maggior parte a Casamicciola (1.784), Lacco Ameno (146) e Forio (345); altre vittime a Barano (10) e Serrara Fontana (28). I feriti furono complessivamente 762. A Casamicciola, che all’epoca contava 4.300 abitanti, la maggior parte delle abitazioni crollò (79,9%), le rimanenti furono danneggiate (19,9%), una sola restò illesa. Il terremoto fu avvertito con intensità molto diverse in tutta l’isola e anche nella vicina isola di Procida, inoltre a Pozzuoli e a Napoli (IV grado Mercalli). Le prime notizie del disastro giunsero a Napoli verso la mezzanotte del giorno stesso, ma la macchina dei soccorsi (anche a causa delle difficoltà nelle comunicazioni, non funzionando più il telegrafo), si mosse con una certa lentezza, riscattata dall’eroismo dei singoli. Le scosse di assestamento furono parecchie, la più forte fu avvertita il 3 agosto. Il sisma era stato preceduto da un fenomeno di minore intensità, dell’ordine di IX gradi della scala Mercalli, il 4 marzo 1881; le località maggiormente colpite erano state Casamicciola e Lacco Ameno; la scossa, durata sette secondi, aveva provocato 126 morti e un numero imprecisato di feriti. Tra le vittime del terremoto vi furono anche i genitori e la sorella del futuro filosofo Benedetto Croce, il quale – allora diciassettenne – fu estratto vivo dalle macerie. Per la sua violenza e drammaticità, il terremoto entrò in locuzioni come “Qui succede Casamicciola”, per dire che succede un putiferio

Wikipedia offre uno sunto conciso di quello che accadde 130 anni fa. Noi, invece, oltre a ricordare l’evento con questo post, vogliamo evidenziare – se ce ne fosse ancora bisogno – dell’inutilità di questa classe dirigente. Una classe dirigente che sa solo guardare ai “cazzi propri” o che sa solo “contare”? E che miseria.

Una classe dirigente, ma anche una società civile lontana da ogni forma di ricordo, da ogni forma di spinta al miglioramento. E’ proprio così, Casamicciola vive la sua stessa “Casamicciola” e le moderne macerie sotto le quali riposa la gloriosa Casamicicola sono conservati giù, nel profondo. Dobbiamo scavare, tanto.

“Riapre il Capricho: una grande mostra per ricordare il terremoto, 130 anni dopo” Il titolo di questo post, ovviamente, è una provocazione. Il Capricho in Piazza Marina, nella disponibilità comunale, è morto chiuso nelle sue sbarre, installazione artistica di moderna concezione perché i ragazzi giocano a palla in piazza marina, avrebbe potuto ospitare una mostra fotografica sull’evento. L’amministrazione comunale avrebbe potuto chiedere agli amici cultural-chic o alle maestrine di scuola o quanti altri girano attorno a questi novelli “peones” della politica di poter organizzare un evento. E’ vero, il terremoto non è il massimo, ma avrebbe avuto certamente la sua eco mediatica/promozionale. Ma niente.

Alle 21.30, giusto con un po’ di ingegno, avrebbero potuto accendere, il segno di ricordo, un fascio di luce “acceso in cielo”. Ma niente. Purtroppo a Casamicciola non c’è niente. Proprio come 130 anni fa, è tutto da ricostruire.

DELUSIONE 360 e BRAVI RAGAZZI. Raccolta differenziata, artigianato e quanto altro sono, certamente, argomenti caldi ma, pensare che anche “le nuove” leve della politica casamicciolese siano assenti da argomenti del genere aumenta la dimensione della delusione.

Ci piaccia o no, Casamicciola chest’è!

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