l'informazione ispirata ai valori del giornalismo di Domenico Di Meglio|sabato, aprile 30, 2016
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Salerno ed Ischia 

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Ieri sono stato a Salerno, una realtà metropolitana molto vicina ma particolarmente diversa, fino al punto da apparire come una città delle cosiddette regioni italiane “che funzionano”. 

Ho sempre ammirato lo spirito d’iniziativa e l’imprenditorialità dei salernitani, che per motivi professionali frequento da quasi trent’anni. Trovo in loro particolare concretezza (a differenza dei napoletani), un territorio ben predisposto ad essere utilizzato degnamente e, soprattutto, una conduzione della cosa pubblica a dir poco invidiabile.

Le strade sono pulitissime, i controlli da parte di Vigili ed Ausiliari del Traffico sono costanti ovunque, per non parlare dei numerosi carri gru, pronti ad agire impietosamente fuori dalle aree (pochissime, a dire il vero, rispetto alle auto circolanti) dove la sosta è consentita e rigorosamente a pagamento. Sorprendente, nelle aiuole di un curatissimo parco pubblico adiacente il lungomare, leggere che le stesse sono state concimate con un compost a costo zero derivante dal locale impianto di trattamento dei rifiuti.

Il lungomare di Salerno, senza fare paragoni irriverenti, può essere considerato senza grossi sforzi all’altezza di realtà turistiche di caratura internazionale: una lunga passeggiata che culmina nella super frequentata Piazza della Concordia, dove un ristoro al Gran Caffè Canasta è tappa d’obbligo graditissima ad ogni ora.

Questione di manico? Credo di sì. Vincenzo De Luca, primo cittadino salernitano e neo-viceministro, a parte qualche evitabile cazzata che in politica non manca mai (orribile il suo tanto decantato e costosissimo logo della città, un’insignificante S in un fondo sfumato tra cielo e mare), riscuote tra i suoi concittadini grandissima fiducia ed apprezzamento e viene indicato anche oltre i confini regionali come un modello da imitare. Iniziative come “Luci d’autore” sono riuscite a catalizzare l’attenzione e l’incoming di turisti provenienti da ogni parte d’Europa ed anche oltre.

Giro abbastanza e non soltanto in Italia; ma ogni qualvolta ho modo di apprezzare i vari aspetti di realtà positive (proprio come quella appena descritta), il raffronto con Ischia e chi la amministra sorge spontaneo. Inutile dire, restando libero da qualsiasi considerazione partigiana (uno status che, per chi mi conosce, non mi è mai appartenuto, specie dinanzi a provvedimenti ed azioni obiettivamente positive), che mi fa rabbia pensare all’Isola d’Ischia come esempio lampante di una politica tutt’altro che sinergica e sintonica con il Paese, nonché distratta rispetto alle reali esigenze di quest’ultimo.

Un amico esperto di marketing diceva che “innovare significa innanzitutto ottimizzare le risorse di cui già disponiamo”. Ebbene, dalle nostre parti sembra che la politica della “cosa pubblica” sia palesemente più portata a sfruttare inesorabilmente un limone ormai senza succo come la nostra realtà isolana, pregna per natura degli innumerevoli, splendidi doni del Buon Dio in termini di bellezze ed amenità, ignara del danno irreversibile dinanzi al quale, di qui a poco, tutti (ma proprio tutti, anche se su livelli diversi) potremmo trovarci per colpa sua e dei suoi inetti artefici.

Mi piace, nel concludere, ricordare un episodio simpatico di diversi anni fa, quando il compianto Dott. Domenico Bizzarro, in quel del Giardino Eden, avvicinò l’allora Sindaco di Napoli Antonio Bassolino (distintosi per il suo grande attivismo in una città che vi era tutt’altro che abituata), chiedendogli la possibilità di una “trasfusione” a vantaggio del Sindaco d’Ischia pro tempore. Un messaggio, quello del Dott. Bizzarro, di grande attualità. A buon intenditor, poche parole, moltiplicato sei!

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