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Sales e il “progetto persona” a “360”. Grande successo all’ex Capricho 

Anniria Punzo | Un viaggio nell’intricato mondo dell’io alla ricerca di risposte, di punti fermi cui far riferimento nell’interazione col prossimo, specialmente nel rapporto genitori- figli, oggi complesso più che mai  a causa del gap generazionale.
Questo è ciò che ha proposto, brillantemente, il Dottor  Andrea Sales venerdì presso l’ex Capriccio di Casamicciola, ove assieme ad un numero abbastanza congruo di persone grazie all’organizzazione dell’associazione “Generazione 360”siamo stati partecipi di un vero e proprio faccia a faccia con noi stessi.
Il Dottor Sales, conosciuto in tutta la Penisola per le sue doti di relatore, oltre ad esser direttore generale del Centro di Formazione per la persona Paradoxa  e presidente dell’associazione Onlus Progetto Persona, è stato soprattutto capace di invitare le nostri menti alla riflessione attraverso l’arte della comunicazione, da sempre fin troppo sottovalutata dai più. Comunicare attraverso l’ascolto, attraverso l’osservazione attenta e curiosa del nostro interlocutore, specialmente quando questo risulta essere nostro figlio.
In un’era di evoluzione tecnologica i giovani nati dopo il millenovecentonovanta vivono un momento di vera e propria rivoluzione per quanto riguarda il campo della comunicazione; difatti con l’avanzare degli anni questa non avviene più dall’alto verso il basso bensì dal basso verso l’alto.
I grandi investimenti economici, le grandi idee e anche solo il potere personale di ogni individuo cresce con l’avanzare della crescita tecnologica.
Internet, social network o anche solo la facoltà di giudicare qualcosa, di avere una voce in capitolo come nel caso dei reality televisivi con un sms sono parte di quella capacità data alla gioventù degli anni novanta, che  ha reso il potere educativo dei genitori, abituati ad altri stili comunicativi, pari ad un inquisitorio rapporto, sfociante nell’incapacità d’interazione finale.
Il rapporto tra due ipotetici soggetti A e B, prima degli anni novanta asimmetrico, diventa ora simmetrico, facendo venir meno quello stesso principio di autorità che fino ad ora aveva dato a tutti noi un equilibrio, sociale e anche economico.
Ma come riuscire, seppur in minima parte, a cambiare questo nostro modo di porci nei confronti dei nostri figli e dei nostri interlocutori, se non addirittura nei confronti di una società in profonda evoluzione?
obbiamo prendere coscienza, tutti, della nostra infinita capacità di cambiamento. Il cambiamento, il mutamento, l’evoluzione sociale e tecnologica devono diventare parte del nostro modo di interagire, sviluppando le nostre capacità critiche e analitiche.
L’orientarsi all’interno della società adottando quello stesso criterio di desiderabilità sociale che adottiamo all’interno del nostro nucleo familiare. Andare incontro alle esigenze del prossimo sviluppando un modo diverso di giungere al contenuto, attraverso il dialogo e quindi l’ascolto.
Ascoltiamo dunque i nostri figli, parliamo con loro e interagiamo in un’ottica d’analisi diversa da quella adottata fin ora: scopriremo che per quanto lontano apparentemente dai nostri occhi, il cambiamento è più vicino di quanto pensiamo.

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