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“Chiuso per burocrazia e crisi”: protesta di un imprenditore dopo l’ennesima multa 

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E’ accaduto stamane a Casamicciola Terme. Protagonista una nota pescheria. Dopo l’intervento della Capitaneria di Porto che ha sanzionato l’esercente, necessaria anche la presenza dei carabinieri . Investito della vicenda anche il sindaco Arnaldo Ferrandino. II commerciante assistito dal legale non ha firmato il verbale ed ha chiuso l’attività arrendendosi dinanzi alle difficoltà. Attesi per domani nuovi colpi di scena

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Ida Trofa|Per carità ognuno fa il suo lavoro, la legge è legge e deve essere rispettata, eppure in molte circostanze soprattutto al sud ed ora in molti, troppi casi ad Ischia, il maglio della giustizia, ingiusta e sproporzionata stride con la realtà.Una realtà alle prese con una pesante crisi la rescissione e la pressocchè totale assenza di prospettive. Stamani nel corso, pare di normali controlli, controlli di routine presso una nota pescheria di Casamicciola Terme, ben due pattuglie, otto agenti della capitaneria di porto di Ischia e Casamicciola Terme hanno elevato un verbale di circa 1600€ per non aver posto ben in vista il cartellino con la denominazione e l’origine di una cassetta con sei polipi veraci all’interno. Nel banco del pesce c’erano solo altre 5 cassette con varietà ittiche diverse, tutto il resto era spento.

Il gestore del locale ormai stremato dalla crisi, dalle continue pretese della banca, delle istituzioni che li costringono a rincorrere mille architetture burocratiche e, perché no, dalla concorrenza sleale, ha urlato tutta la sua rabbia, pregando gli agenti di andare via, di lasciarli in pace. Ne sono susseguite fasi concitate e tragiche nel corso delle quali l’imprenditore ed i suoi familiari hanno chiesto il perchè di questo accanimento nei loro riguardi e di come si consenta magari a mille improvvisati mercanti abusi di prosperare sul territorio la risposta è stata: Sporga denuncia!  La tensione è salita e sul posto si sono portati anche due agenti dei Carabinieri.In breve su posto si è registrato il classico capannello di curiosi, richiamato da cotanto spiegamento di forze per giunta presso una bottega tanto nota.Lo “sporga denuncia” è stata un’uscita certo poco felice, di sicuro una frase dettato dallo stress dell’agente della capitaneria intervenuto per compiere il suo dovere che forse era ignaro della dura lotta e del lavoro che in tanti anni si sta portando avanti.     

L’imprenditore già nel 2001, dopo l’ennesimo duro colpo alla sua attività, ha sporto denuncia contro i venditori illegali, la risposta è stata l’incendio appiccato ai locali del suo punto vendita. Alla fine, però, dopo la disperazione, le parole di rito, la multa e l’inutili preghiere per far capire che tutto quello era esagerato, c’è stato il congedo. Le forze dell’ordine sono andate via lasciando il pesante fardello invitando l’imprenditore ad andare ad Ischia presso gli uffici competenti della Capitaneria per presentare le sue lamentele. L’esercente in preda alla disperazione mista a rabbia si è rifiutato, infine, di firmare il verbale chiedendo di essere assistito da un legale, con il quale si recherà domani nel pomeriggio preso gli uffici competenti.Questi ha inoltre chiesto al sindaco d’intervenire per tutelare e garantire il suo lavoro di onesto operatore.

A volte basterebbe solo un pò di tatto…tutti cercano di fare il proprio mestiere, ognuno per la sua parte. 

Altrimenti è lecito chiedersi, atteso che ognuno fa il suo lavoro, perché un cittadino che si sente dire la legge e legge, debba poi lui stesso denunciare altri cittadini, perché quella legge non si muove da sola? Sorge il sospetto che questa legge sia veicolata!?

Sorge il sospetto sul perché di tutta questa solerzia per chi si sacrifica, cerca di sopravvivere e fare impresa seguendo le regole, mentre  per vedere un abusivo che opera sotto gli occhi di tutti occorre denunciare. In un mese la sola pescheria in questione ha avuto la vista di Nas, Guardia di Finanza e Capitaneria, ha sostenuto costi ed eseguito lavori di adeguamento così come prescritto dai funzionari ASL, ma questo non è bastato, mentre a un soggetto qualsiasi basta una panda o il cofano di un furgone per vendere di tutto indisturbato.Forse controllare  punti vendita fissi è più comodo che rincorrere, venditori illegali per la nostra legge? Possibile che un etichetta fuori posto in un azienda che ha incassato 25 €, oggi l’imprenditore ci ha mostrato la cassa, a fronte di centinaia di euro di spese giornaliere, sia più nociva dei furgoni  di venditori dell’Est assiepati nel Pio Monte ed in ogni dove a vedere prodotti alimentari senza controlli o autorizzazioni?  Detto francamente è lapalissiano quanto si ci debba sentire più garantiti da un pescivendolo che fa bottega da 60 anni. Mi rifiuto di credere all’esistenza di un sovragoverno che gestisca e muova le fila per indirizzare, colpendoli gli operatori del settore in talune direzioni e verso centri ed aziende di servizi amiche, mi rifiuto di crederlo e se davvero esistono spero che non vincano la loro guerra di mafia legalizzata!

Abbiamo l’onore ed il piacere di conoscere il Comandate Ambrosino, il comandante Erculanese  tanti funzionari della capitaneria apprezzandone la competenza ed i modi, speriamo che anche  in questa circostanza facciano chiarezza, tranquillizzando tutti, aiutando a lavorare meglio anche questi imprenditori ormai allo stremo, dimostrando che così come operano e controllano nelle botteghe, lavorino in strada e sui porti, senza pretendere una denuncia. Lo stesso certamente faranno le istituzioni locali che ora più che mai sono chiamate a tutelare chi ancora investe e crede di poter fare impresa a Casamicciola. Perché istigare una guerra tra poveri se la legge e legge? Anche il sprovveduto dei clienti capirebbe che una pescheria praticamente senza merce è ormai arrivata e certo non pretende di arricchirsi esponendo cinque cassette al banco, nè di frodare i suoi avventori dopo 60 anni di attività nello stesso posto celando un cartellino. La pescheria se ha sbagliato pagherà, come a sempre fatto, non farà altrettanto il venditore abusivo. Così il sistema muore e l’illegalità si diffonde. Il panorama è quello che sappiamo e sapete: in Italia, nel 2012, hanno chiuso mille imprese al giorno. Non siete vittime consapevoli di una visione, 1.000 imprese hanno abbassato definitivamente la saracinesca, abbattute, travolte dalla crisi economica che presenta i connotati chiari dell’irreversibilità. Imprese, attività industriali e commerciali, che hanno gettato la spugna. Aziende che non riapriranno più. Numeri drammatici che fanno cadere le braccia, cancellano speranze e alimentano la disperazione. La disperazione italiana, di un sistema paese che non riesce più a mantenere i lussi e gli apparati del carrozzone di governo e delle sue appendici.

La gente è stufa, stufa di non vivere e sopravvivere per mantenere chi non gli da nulla in cambio, di essere prevaricati e mandati in rovina dai soliti furbetti ed uomini di potere, l’esasperazione monta e la crisi è reale, esacerbare gli animi non giova a nessuno, né tanto meno aiuterà la giustizia o la fiducia nella legge . Gli imprenditori in questione hanno già deciso da tempo e forse questa è stata la classica goccia , di chiudere le serrande e consegnare le chiavi alle istituzioni, in segno di contestazione: “Io non mi ucciderò, non venderò il sangue dei miei figli o distruggerò la vita della mia famiglia! Io ho agito sempre nella legalità e seguendo le regole. Ora basta!Chiuderò la porta della mia pescheria e mi comporterò come lo Stato si comporta con me. Ora è arrivato il momento che anche le istituzioni mi diano una risposta ”- ha detto con le lacrime agli occhi e la disperazione in volto l’imprenditore ormai rassegnato a vedere la fine del suo lavoro, i sacrifici di una vita perché incapace di contrastare tutto e tutti da solo.

Dopo i fatti odierni iI commerciante sempre assistito dal legale di fiducia ha chiuso l’attività arrendendosi dinanzi alle difficoltà. Sono attesi per domani nuovi colpi di scena.

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