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Solo due vele al mare di Ischia, medaglie e maglie nere di Goletta Verde 

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DANIELE MORGERA | Solo due vele sono state attribuite al mare dell’isola d’Ischia da Goletta verde che, anche quest’anno, ha condotto analisi con il poul di biologi del Cigno verde per capire lo stato di salute del mare campano.

Sono emerse situazioni di grave inquinamento, nelle zone particolarmente esposte ai fattori di contaminazione microbiologica come foci dei fiumi, laghi e torrenti. Nella speciale classifica del mare pulito, Ischia, come di consueto, non figura ai vertici. A farle compagnia con solo due vele ci sono località celebrate come Vietri sul mare, la splendida Praiano, la cantata e decantata Sorrento, la fiera Amalfi, la pittoresca consorella Procida, la storica Sapri, le salernitane Agropoli e Camerota, la popolare Vico Equense.

Quanto sono attendibili i dati di Goletta verde? Ogni anno si ripropone questo interrogativo e si osserva che i prelievi sono effettuati in momenti particolari e non rappresentativi della realtà effettiva, che non ci sono possibilità di verifica delle procedure adottate, che le correnti marine influenzano in maniera sostanziale le dinamiche dell’inquinamento lungo tutto il litorale. Ma alla fine si tratta di considerazioni soggettive e deboli almeno quanto queste classifiche che attribuiscono vele e bandiere secondo parametri variabili che nessuno può conoscere più di tanto.

La cosa più interessante, al di là delle graduatorie e delle vele, che hanno un sapore commerciale e strizzano l’occhio la facile attenzione dei media, è che – possa piacere o meno – Goletta Verde, con il suo rapporto annuale lungo le coste della nostra regione, tiene in vita un’attenzione costante sul problema degli scarichi abusivi e della distruzione dell’ambiente. La depurazione delle acque è una grande priorità per i centri turisticamente più evoluti e la tutela della risorsa mare è il presupposto di qualsiasi possibile idea di fruizione dei territori. E questo merito, più culturale che tecnico-scientifico, a Goletta verde non si può negare. Ad Ischia con il Regno di Nettuno passi in avanti dal punto di vista culturale nell’approccio al grande tema della salvaguardia degli ecosistemi marini è stato fatto. La strada è ancora lunga, ma qualcosa è già cambiato, almeno in termini di consapevolezza e di riconoscimento del valore di un percorso che ha trovato non pochi ostacoli sulla sua strada. Una riflessione profonda i dati diffusi dagli ambientalisti la impone se è minimamente vero che che 10 dei 22 punti campani risultati fortemente contaminati (ma non è il caso di Ischia ovviamente) hanno fatto registrare un livello così alto di inquinamento che non è stato possibile quantificare le colonie di microrganismi presenti per millilitro d’acqua e che questo fenomeno non ha analoghi riscontri in nessun altra regione d’Italia. Un primato negativo per la Campania, che si va ad aggiungere a tante altre palme del disonore che non è necessario elencare. Tuttavia tradizionale rito estivo delle bandierine e delle vele che premiano amministrazioni e località virtuose, negli anni, ha fatto perdere di vista la questione più importante. Abituati a dividere i buoni dai cattivi (qualche volta in maniera abbastanza opinabile) e ci siamo dimenticati che la costa campana e il Golfo di Napoli sono un comprensorio unico e dalle fortissime, reciproche interazioni. E così da un lato appare poco sensato e credibile pensare che località separate da poche miglia marine possano passare da cinque vele all’allarme rosso balneabilità e dall’altro è sempre più evidente che i problemi delle località dirimpettaie sono i problemi di tutti. Ischia non può non preoccuparsi dell’inquinamento di Pozzuoli, Cuma, Bacoli e di tutta l’area flegrea essendone parte integrante. Ed ecco la vera frontiere dell’impegno del futuro: lasciar perdere l’arcaico esercizio delle bandierine da disporre sull’improbabile planisfero di un Risiko dell’inquinamento e ragionare in termini di sistemi costieri con progetti congiunti per tutta l’area. L’inquinamento non risparmia le località per il loro blasone, né mette al riparo dalle correnti. Cominciamo a parlare, una volta per tutte, del disinquinamento del Golfo e della costa campana. Senza medaglie e senza maglie nere. Che d’estate fanno inutilmente sudare.

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