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Sotto la foto niente 

ceci

E’ in presenza di avvenimenti particolari come gioie irrefrenabili o grandi dolori che si riescono a giudicare in modo compiuto gli uomini e ribadisco  GLI UOMINI. Tutto quanto accaduto negli ultimi tempi mi è servito a capire, ove mai c’è ne fosse ancora bisogno, certi uomini verso i quali i miei giudizi già non erano stati teneri ed oltremodo critici sul  come interpretavano il ruolo ricoperto.

Certo mi sarei aspettato almeno un minimo di buona educazione e l’aver constatato che anche quella è tra gli assenti ingiustificati nel loro bagaglio personale mi ha ulteriormente convinto sulla bontà e legittimità delle mie puntualizzazioni. Archiviate queste tristissime considerazioni e preso atto che in quel di Francavilla in Sinni non si è tenuto conto del pessimo comportamento avuto in  passato da Lazic e company e non ultimo quello assunto in occasione del recupero dello scorso anno (alla presenza della dirigenza del Martina Franca!). Purtroppo oramai la memoria su certi accadimenti e protagonisti del passato è tutta sulle spalle del mitico Luigi Fiore o di chi tra una dimissione ed un immediato rientro trova anche il tempo di dimenticarsene vergognosamente.

Mi piace a questo punto iniziare a parlare del futuro e di tutto quanto abbiamo ascoltato con interesse dai responsabili societari. Inizio dal presidente Carlino per le sue interessanti dichiarazioni di  giovedì 28 marzo nel lungo incontro televisivo. La sintesi del suo dire sul futuro parla di conferma dello Staff Tecnico e di un doveroso ed inderogabile riassetto della Società per adeguarla  e modularla alla nuova categoria. Il preannunciato allestimento di un organigramma dirigenziale che partirà dall’individuazione di un collaudato Direttore Generale oltre a rassicurarmi gratifica le mie puntualizzazioni sull’effettiva capacità di certi protagonisti dell’oramai passato. Pur conoscendo il nome del nuovo Direttore, che è già stato individuato e saggiamente inquadrato, evito di annunciarlo in quanto ritengo che il riassetto societario vada fatto a fari spenti e voglio pertanto privilegiare la discrezione e la riservatezza che gli incarichi di  prestigio pretendono. Sono ulteriormente fiducioso sul tentativo di tentare una iscrizione diretta in Prima Divisione alla luce dei Titoli che la vecchia Ischia vantava, pur riconoscendo che la riforma dei campionati comunque ci riporterà dove eravamo. L’analisi di Sasà Campilongo sul futuro e di come programmarlo in chiave tecnica è la parte che maggiormente ho gradito e ritengo che egli rappresenti la irrinunciabile garanzia per non ripetere le carnevalate del passato a cui hanno fatto seguito anche alcune recenti e che solo l’impressionante marcia trionfale ha opportunamente sfumato addirittura coperto.

Faccio mia la sua esortazione ad organizzare una Società adeguata alle esigenze della categoria , ma maggiormente in linea ai parametri che il calcio moderno impone. Particolare garanzia viene ulteriormente data dal duo invisibile, Maione e Di Meglio, che dopo l’esperienza trascorsa sono sempre più determinati ad abolire del tutto le deleterie sovrapposizioni di ruoli e favorire una democratica dialettica dirigenziale che non offra più il fianco a vergognose cadute di stile o ad arroganti discriminazioni verso gli addetti ai lavori non allineati. Confido molto che la stagione dei veleni attuata da miserabili untori sia oramai accantonata e che la società con i suoi dirigenti ed i suoi tesserati si accinga a diventare un patrimonio di tutti , ovviamente sempre nel rigoroso rispetto delle autonomie e dei ruoli.

Mi hanno fatto sorridere e non poco gli atteggiamenti, le dichiarazioni e la pacchiana ricerca di visibilità dell’ex DG oggi DS. Che volete farci, il DS è come il maiale: di lui non si butta  nulla, nemmeno le autocelebrazioni mai silenziose del suo operato, nemmeno il suo rigurgito di onestà sui macroscopici errori del passato. Figuriamoci poi affermazioni quali: “conosco tutti i calciatori dalla Terza categoria alla serie D, ma sul serio” , una domanda sorge spontanea , ma allora per la Lega Pro è un dichiararsi fuori dal gioco?

Oppure una dichiarazione strappa lacrime quale: “Sono un ragazzo venuto …. dal mare … pardon , dall’isola minore, un procidano che è riuscito a portare la cugina più grande in Lega Pro“. Non vorrei sbagliarmi ma in Lega Pro i giallo-blù approdarono nel 82-83 per poi passare in C1 nell’86/87 e vincendo ancora il campionato nel 90/91 e con la ciliegina del V° posto nel 91/92. Certamente come raccontano i deboli di memoria andavamo avanti con collette e mestieri vari. Io invece ricordo orgoglioso i tanti giocatori ischitani, le nostre divise sociali, il blasone delle squadre che abbiamo mazzolato e le migliaia e migliaia  di foto d’ordinanza che non ci siamo mai fatte. Idioti o solo sobri?

O come l’esilarante: “ho fatto abituare il Mister ad una categoria non di sua competenza, infatti all’ inizio diceva di avere un po’ di difficoltà perchè non conosceva la categoria. Ho impiegato un mese di grande lavoro per spiegargliela“. Se fosse vero, rendetevi conto di cosa ci siamo scansati, perchè il DS la Serie D, l’aveva frequentata per ben ….. 1 anno 1 .

Ci è andata veramente alla grande!

p.s. A proposito di buona educazione, dopo le feste pasquali un amico a cui avevo inviato gli auguri mi ha scritto un sms del tipo collettivo: “Carissimi, in queste feste il mio telefonino è stato colpito da un fulmine di saggezza che ha originato una tempesta perfetta. Avrei voluto rispondervi singolarmente”.  Ma come diceva Massimo Troisi: “Voi eravate tanti a scrivere ed io uno solo a rispondere“!

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