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Stop alla tassa di soggiorno. Bocciata dal Tar del Veneto 

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L’imposta per i turisti che dormono in albergo è stata ritenuta illegittima: gli albergatori non dovranno farsene carico perché non possono fungere da “sostituti d’imposta”

Tommaso Vesentini | Saranno contenti gli albergatori di Venezia: l’annoso problema della tassa di soggiorno, il tributo aggiuntivo previsto per ogni notte di soggiorno in una struttura ricettiva, ha avuto una svolta imprevista. Il Tribunale amministrativo del Veneto, infatti, si è pronunciato sul regolamento del Comune di Venezia dichiarandolo illegittimo per quanto riguarda la riscossione del tributo.

CHI DEVE PAGARE? – Secondo il il Tar, gli albergatori non possono accollarsi la responsabilità della riscossione. Gli esercenti, infatti, secondo la sentenza “non sono sostituti d’imposta” né possono farsi carico dell’obbligazione tributaria. Spetta dunque ai turisti pagare la tassa, ma non agli albergatori garantirne l’importo. Gestori d’hotel e pensioni, perciò, saranno responsabili solo nel caso in cui le somme gli siano effettivamente corrisposte da parte dell’ospite alloggiato.

SE IL CLIENTE SI RIFIUTA – Le conseguenze sono significative, perché il visitatore potrebbe anche rifiutarsi di corrispondere la tassa richiesta e l’esercente non avrebbe né l’obbligo né le facoltà di riscuoterla. La decisione del Tribunale veneto è l’ennesimo stop per una tassa mal vista e mal sopportata dagli albergatori. È vero che i Comuni, stretti dal patto di stabilità, traggono spesso dalla tassa di soggiorno, o da quella sul transito e sosta degli autobus, i fondi necessari per intervenire sui servizi e le strutture destinate alla stessa attività turistica che li genera. Ma è altrettanto vero, fanno notare in molti, che, soprattutto in una città come Venezia, la tassa di soggiorno va a colpire proprio quella fascia di turismo si dovrebbe privilegiare e che dà già molto alla città, ovvero quella dei turisti che si fermano a dormire in albergo.

DANNI AL TURISMO DI QUALITÀPer gli albergatori è il turismo di qualità a essere penalizzato da questa tassa, mentre i milioni di vivitatori “mordi e fuggi” che sbarcano e ripartono da Venezia continuano a pesare sui servizi – trasporti/immondizia/logistica – senza versare nulla nelle casse comunali. Ora la sentenza del Tar rimescola le carte in gioco e potrebbe spingere il Comune a cambiare strategia.

FONTE: IL VOSTRO QUOTIDIANO

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