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STRADE DISSESTATE E PERICOLOSE: A FORIO SONO SICURI NEMMENO I CINGOLATI. 

C.S.Quando lo spreco e l’inefficienza fa sistema.
Asinus asinum fricat: un asino gratta un asino. L’atteggiamento di complice
intesa, mutuo aiuto e lode reciproca tra una società (in)civile e una società
(anti)politica. Tra responsabilità dell’una e colpe gravissime dell’altra,
umiliata e ridotta al silenzio la maggioranza della cittadinanza e delle
istituzioni.

La sicurezza stradale: se esistono responsabilità individuali importanti e
colpose, sia per se che per gli altri, sono a mio modo di vedere gravissime e
forse dolose, le responsabilità della p.a. in generale.

Condotte di guida pericolose degli automobilisti (così come anche quelle, che
spesso l’Ass. IL VOLO ha denunciato, di chi svolge servizio cmq pubblico, come autobus, taxi etc), le stragi del sabato sera, l’alta velocità e la guida in
stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti: tutti aspetti da
condannare, punire e sopratutto prevenire.
Ma certo non si dà la dovuta attenzione ai casi di scarsa sicurezza stradale
dovuta alla cattiva manutenzione, all’incuria e al dissesto delle strade.
La presenza delle buche sul manto stradale è una realtà sotto gli occhi di
tutti sull’isola e specialmente a Forio dove ci sono vere e proprie voragini: il
dissesto del manto stradale è un pericolo mortale a Forio oscenamente ignorato ma certo creato dalla P.A con il suo (non)fare. Per il traffico veicolare ma anche per quello pedonale.
I Comuni dovrebbero destinare il 50% delle entrate provenienti dalle multe per finanziare la manutenzione delle strade Spesso però, questo gettito fiscale, che a Forio è una vera e proprio tassa aggiuntiva, viene confuso nel mare magum delle entrate fiscali dell’amministrazione, per coprire interventi “pubblici diversi”…per essere elegante. A Forio con l’avvicinarsi della “staggione” (con 2 g). iniziano i preparativi per far rispettare in modo deciso, rigoroso…ma patetico e ridicolo la segnaletica altrimenti interpretata in modo discrezionale. Una segnaletica peraltro spesso contraddittoria o di difficile interpretazione: quella orizzontale fatta con la “scolorina”; quella verticale generalmente sprovvista della pubblicazione degli atti amministrativi che autorizzano un “segnale” a stare lì e che fa il paio con l’altro scandalo foriano: assenza di parcheggi strisce blù, strisce bianche occupate abusivamente da “pitali” di erbacce etc.
Quando lo spreco e l’inefficienza fa sistema: d’altronde dovranno pure essere pagati i tanti clienti elettorali che assicurano… la democrazia del consenso.
Al momento, in questa solita stucchevolmente poco credibile crociata contro
gli sprechi, nel demagogico silenzio generale, non esiste sanzione (a mio
avviso dovrebbero essere non solo economiche) per le amministrazioni locali
inadempienti, che però contano sulle entrate economiche provenienti da multe e contravvenzioni, per far fronte alle proprie talora grossolane e scandalose spese di bilancio… visti i risultati!

Una recente sentenza della Corte di Cassazione potrebbe modificare
radicalmente questa situazione. La Corte ha, infatti, stabilito la responsabilità del Comune in caso di incidenti e danni provocati dalla presenza di buche sul manto stradale e dal dissesto della strada urbana. Gli automobilisti danneggiati dalle buche possono quindi richiedere un risarcimento danni alle amministrazioni competenti della manutenzione.
Faccio solo presente però che le istituzioni hanno il dovere di intervenire
nel proprio territorio di competenza e che l’univocità dell’azione politica
nasce da una azione politica eventualmente condivisa. Un’azione politica che
pur bisogna prendere, per una maggioranza che si arricchisce girono dopo giorno di cortigiani nell’ impegno delle operazioni elettorali dell’anno prossimo: il nuovo che avanza!
Ma la società (in)civile e tanto altra cosa dalla “civilissima” società
politica di casta feudale? Asinus asinum frigat? Ed è democratico che una
minoranza, seppure cospicua e chiassosa, condizioni la maggioranza ridotta in silenzio e spesso umiliata almeno nelle sue legittime aspirazioni di semplice e banale buon amministrare da indecenti proposte o alternative politiche che invece impongono una continuità vecchia di 150 anni?
Il caso Italia non è un caso. E il caso Ischia è nel caso Italia e Forio è un
caso “scandalosamente” a parte.
E questo caso non è un caso!

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