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Suona la campanella anche per i pidocchi! 

pidocchi

Rosa Di Iorio – Il tema dei pidocchi torna sempre con la riapertura della scuola. Da nord a sud dell’Italia, questi fastidiosi parassiti, “zaini” in spalla accompagnano le teste dei piccoli alunni. Un evento piuttosto frequente, che trova diffusione soprattutto fra chi frequenta luoghi affollati e comunità come i bambini e gli adolescenti. Quando si presenta, deve essere affrontato con tempestività, per evitare che l’infestazione si trasmetta ad altre persone. La signora Giusepponi di Serrara Fontana, ci ha contatto per raccontarci la sua piccola odissea.

«Mia figlia frequenta la scuola dell’infanzia di Serrara, già l’anno scorso si era presentato il problema dei pidocchi. Io so bene che questi piccoli parassiti non sono pericolosi, perché mi sono informata, ma sono molto fastidiosi e la verità non mi va bene che la mia bambina c’è l’abbia. Ebbene le se li ha pressi, io consultai al mio pediatra, ho fatto la terapia, e non l’ho fatto andare a scuola per non mischiare gli altri. Al rientro ho portato con me il certificato medico, dove si diceva che la bambina era guarita. Ma non tutti sono come me a quanto pare. Sono tre giorni che la scuola è iniziata e nella solita classe si sono presentati anche i pidocchi. Sono preoccupata perché temo l’infestazione di nuovo per la mia bambina con tutto quello che consegue».

- Perché dice così signora?

«Perché al rientro non tutti i genitori avevano rimediato fare la terapia, e i pidocchi continuavano allegramente a popolare la testa di altri bambini, con la logica conseguenza dell’infestazione permanente. Ho fatto di nuovo la terapia, ma puntualmente il problema si ripresentava. Il trattamento è costoso e mia figlia ha problemi allergici e non so tutte queste medicinali se possono causarle ulteriori problemi».

- Allora cosa ha fatto?

«Ho parlato con la rappresentante di classe, e abbiamo indirizzato una lettera al dirigente scolastico, all’Asl e all’Ufficio Scolastico Regionale, per cercare di risolvere la situazione. Le risposte sono arrivate dall’Asl e la responsabile dell’Area dipartimentale di Epidemiologia e Prevenzione è venuta a scuola a fare una conferenza. Bene quel giorno dei genitori dei bambini che frequentano la scuola, all’incirca cento, solo dieci si sono presentati. Il mio rammarico in tutta questa vicenda è la strafottenza della gente».

- Che cosa suggerisce signora per risolvere il problema?

«A questo punto perché alcuni genitori non pensano al bene comune, suggerisco che l’Asl invii un medico per far visitare le teste di tutti i bambini, alla presenza dei genitori. Provvedere a  una disinfestazione nella scuola e se i bambini hanno i pidocchi quando rientrano a scuola, se dovrebbe chiedere la presentazione del certificato medico».

La pediculosi è un problema fastidioso, ma non rappresenta un’emergenza sanitaria. In questo caso la signora Giusepponi fa un appello al buon senso di tutta la comunità scolastica, chiedendo di poter sradicare insieme il problema. La collaborazione in tal senso, perché la pediculosi non significa, essere sporchi, sarebbe auspicabile. A continuazione dei semplici consigli per evitare questo fastidioso grattacapo.

Come si previene

Per interrompere la catena di trasmissione la misura profilattica principale consiste innanzitutto nel segnalare l’infestazione alle comunità frequentate dal soggetto (scuola, palestra, ecc.). Non appena eseguito il trattamento, si potranno frequentare normalmente i luoghi abituali. E’ opportuno inoltre che i componenti della famiglia e tutte le persone che nell’ultimo mese hanno avuto contatti con il soggetto infestato siano sottoposti ad un controllo accurato per escludere la presenza del parassita.

La ricerca del pidocchio e delle uova (lendini) deve essere fatta in un luogo illuminato con luce diffusa; la luce diretta, infatti, non aiuta nell’individuazione delle uova, a causa dell’aspetto bianco traslucido. Le lendini sono saldamente ancorate al capello e la distanza dal cuoio capelluto indica sommariamente quanto tempo prima è avvenuta l’infestazione. Per individuarle con maggiore facilità, può essere utile passare sui capelli umidi un pettine a denti molto fitti (es. pettinina per neonati): quest’operazione, oltre a consentire l’individuazione delle uova, ne permette il distaccamento. Alcune lendini potrebbero risultare molto tenaci da staccare: in questo caso andranno sfilate manualmente una ad una.

Va sfatata la credenza che sostanze come il petrolio, la maionese, l’olio di oliva, ecc. possano avere un’attività antiparassitaria, così come la diffusa convinzione che effettuare a cadenza regolare (es. settimanale) uno shampoo con prodotti antiparassitari prevenga l’infestazione: infatti nessun prodotto antiparassitario è in grado di svolgere un’azione preventiva. Inoltre, l’impiego indiscriminato espone inutilmente il soggetto alla seppur modesta tossicità del prodotto e potrebbe contribuire all’insorgenza di resistenze. E’ molto più efficace procedere a un controllo periodico del cuoio capelluto.

Come si cura

Il trattamento deve essere effettuato non appena ci si accorge della presenza del pidocchio (o delle uova) utilizzando prodotti antiparassitari specifici.

E’ bene tuttavia sapere che non esiste un prodotto efficace al 100% sulle uova: dopo il trattamento, perciò, è opportuno staccare manualmente le lendini eventualmente rimaste. Per facilitare questo compito può essere utile bagnare i capelli con acqua e aceto e aiutarsi con la pettinina (passandola nei capelli per almeno 30 minuti). I prodotti per il trattamento della pediculosi presenti in commercio contengono uno o più antiparassitari e sono disponibili in diverse formulazioni (shampoo, lozioni, polveri, creme). Si può affermare che nessun principio attivo presenta una maggiore efficacia rispetto all’altro, anche se quelli meglio documentati e più utilizzati risultano essere il malathion (es. Aftir gel), gli estratti di piretro (es. Cruzzy lozione e shampoo) e le piretrine sintetiche (es. Nix crema, Mediker AP, Mom gel, shampoo e polvere). In generale, le lozioni, le creme e i gel, che rimangono più a lungo a contatto con i capelli e con le uova, riescono ad esplicare meglio la propria azione e sono preferibili agli shampoo e alle polveri, che penetrano scarsamente nelle uova.

I prodotti antiparassitari devono inoltre essere applicati in quantità opportuna, cospargendo l’intera capigliatura e aiutandosi con un pettine per uniformare il prodotto. E’ bene insistere in modo particolare sulle zone adiacenti la nuca e dietro le orecchie. I tempi di applicazione previsti devono essere rispettati: creme, gel e lozioni prevedono 10 minuti di posa, mentre per le polveri sono necessarie dalle 3 alle 6 ore. Per gli shampoo, infine, sono generalmente indicati da 3 a 5 minuti di posa. In ogni caso, è consigliabile effettuare un secondo trattamento dopo 8-10 giorni, per eliminare eventuali insetti nati nel frattempo da lendini rimaste vitali dopo il primo trattamento e sfuggite alla rimozione manuale.

Nel caso d’infestazione delle ciglia, è invece necessario ricorrere alla rimozione meccanica dei parassiti e delle lendini, applicando una pomata oftalmica a base di vaselina (es. Duratirs), che facilita l’operazione di distacco.

I prodotti contro i pidocchi sono sicuri?

I prodotti contro i pidocchi, quando utilizzati in modo appropriato, nel rispetto dei tempi di posa e nella quantità indicata, sono in genere sicuri, ben tollerati e presentano uno scarso assorbimento attraverso la cute integra.

Le lozioni, a causa della presenza di alcol, possono provocare broncospasmo in persone predisposte (es. asmatici); in questi soggetti è dunque da preferirsi un preparato in gel, crema o polvere. Nei neonati non vanno utilizzati prodotti chimici: la possibilità è sfilare manualmente pidocchi e uova, ripetendo l’operazione ogni 3-4 giorni per almeno 2 settimane.

Durante la gravidanza, qualora sia stata accertata l’infestazione, i prodotti a base di permetrina risultano, in base alle conoscenze disponibili al momento, i più sicuri. Questa sostanza, infatti, è scarsamente assorbita e non ha dimostrato attività teratogena. Studi effettuati negli animali, indicano che la permetrina passa scarsamente nel latte materno il che potrebbe far supporre un possibile impiego anche durante l’allattamento. Tuttavia, vista la limitatezza dei dati nell’uomo, la rimozione manuale dei pidocchi e delle lendini rimane l’alternativa più sicura.

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