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Superstrada: Giosi hai le palle? 

Ora che il sindaco di Ischia è tornato dalla crociera nel Tirreno con gli “amici miei” (tecnicamente suoi, il riferimento era solo cinefilo), archiviato l’impegno ANCI e giusto qualche ora prima di mettersi il vestito buono per celebrare una Sant’Anna ferita a morte nella culla non solo dalla spending review, ci pare il caso di richiamarlo, per qualche minuto, alle responsabilità della guida di un paese che tra i mille altri ha pure il problema, anzi no, l’emergenza della Superstrada.
E’ vero, la Provincia ha appalto i lavori di illuminazione, ma non basta. Si muore anche di giorno.

Perché nessuna festa, nessun problema, nessuna partigianeria potrà lasciar defluire anche questo dramma cogente nella sentina infinita dei nostri guai; i flashback a ripetizione dei lenzuoli bianchi sull’asfalto sono il doloroso reminder quotidiano che ci strilla incessamente in un orecchio che quei due chilometri e mezzo di strada maledetta possono inghiottire un’altra vita da un momento all’altro.

E visto che a tutto possiamo fare il callo ma non alla ineluttabilità delle tragedie annunciate non ci bastano più gli annunci, le rassicurazioni, le facce contrite di chi ha voluto mettersi a capo della nostra tribù e oggi non riesce a fare altro che l’elenco dei tanti fax spediti in alto, delle tante inchieste avviate, dei tanti amici degli amici compulsati.
E se i metodi ordinari e burocratici non bastano allora serviranno coraggio, determinazione e convinzione per raggiungere l’obiettivo.
Caro Giosi, ci serve quel coraggio che troppo spesso tu stesso usi e tiri in ballo.

Il giorno dopo l’ultimo tragico incidente davanti al President avevamo già pensato di scrivere queste parole. Abbiamo atteso che il dolore e la rabbia decantassero, anche per non essere accusati di sensazionalismo a salve.
 Lunedì mattina Mario Coppeto, presidente della municipalità del Vomero, ha pubblicamente annunciato che è pronto a presidiare 24 ore al giorno il ponte del Castellino, dove negli ultimi mesi si sono verificati numerosi suicidi.
Al nostro sindaco più che un annuncio clamoroso chiediamo un’azione di forza, clamorosa: chiuda la Superstrada, spenga la roulette stradale della morte almeno per un giorno.
Chiami la stampa, i suoi amici di partito, le televisioni, i vip di Pascal e quanti più ce ne sono, ma mostri di avere coraggio.

Quali che siano i sistemi definitivi per metterla in sicurezza (illuminazione, tutor, senso unico, barriere spartitraffico) sono anni che li aspettiamo e il moltiplicarsi dei mazzi di fiori ai lati di quella strada certificano dolorosamente che non possiamo attenderli oltre.
Se quella strada uccide, quella strada va chiusa fino a quando non sarà sicura.

E se non riesci a proteggere i tuoi cittadini con le buone maniere, caro sindaco, ti toccherà usare le cattive, anche a costo di rischiare in prima persona, di renderti impopolare reprimendo i tanti ischitani indisciplinati, di inimicarti sodali ed alleati chiudendo varchi pericolosi.
E’ per questo che tantissimi ischitani ti hanno dato il loro consenso. E’ per questo che tutti noi vogliamo un sindaco, non un burocrate qualsiasi.
Vogliamo un primo cittadino che vada oltre le belle parole. Sei stato eletto da una larghissima percentuale di ischitani (è vero, poi sei stato impallinato dai tuoi…) ma ora basta con letterine e con fax.

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