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contro la chiusura

Tribunale: chiamata alle armi
contro la chiusura 

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Ischia ha bisogno di tutti. Non perdono solo gli avvocati. Perdiamo tutti! Ci vediamo lunedì mattina, dobbiamo organizzare un “casino”!

Blocco del porto, blocco del tribunale, blocco delle udienze, sciopero fiscale, corteo, marcia su Napoli e su Roma: sono questi i progetti degli avvocati ischitani lasciati soli dai loro stessi clienti e dai loro stessi colleghi (sempre ischitani). Ieri mattina in un’assemblea più o meno partecipata si è discusso di come protestare contro la riforma della geografia giudiziaria che cancella il nostro “Tribunale”.

L’onda d’urto che i vari territori “soppressi” dal governo dei tecnici prima e dal ministro Cancellieri in continuità con Letta premier, inizia a raccogliere i primi risultati: si registrano proroghe, piccoli passi indietro, interrogazioni parlamentari. Il momento è caldo, come si suol dire, ora è tempo di iniziare a fare sul serio e di far sentire la nostra voce.

I nostri avvocati, a differenza di altri territori, stanno combattendo da tempo, si sono esposti: meritano credibilità ma, per dar voce sia alla protesta della categoria che per alimentare il fuoco mai sopito di chi si vede tolto un diritto come in questo caso è urgente che lunedì mattina, tutti quelli che non si “stanno” si ritrovino presso il Tribunale di Ischia. C’è bisogno di tutti per far sentire la nostra voce contro l’ennesimo scippo perpetrato dal Governo dop quelli regionali (vie del mare, Eav, ospedale).

Ischia ha bisogno di tutti. Non perdono solo gli avvocati. Perdiamo tutti!

“Il casino deve essere generale. Ci aspettiamo – è l’appello che abbiamo chiesto a Francesco Cellammareche lunedì in assemblea la protesta sia abbracciata dalle altre associazioni, categorie, rappresentanze della cittadinanza, sindacati, ma soprattutto dalla gente comune. Solo quando il grido di dolore degli ischitani attraverso le casse di risonanza della popolazione si leverà finalmente per raggiungere le orecchie di chi non vuol udire, potremo essere soddisfatti per non aver lasciato nulla d’intentato, comunque vada. Se il Governo, il Parlamento, il Capo dello Stato non sono in grado di comprendere la specificità o unicità della nostra condizione, non possiamo più sentirci italiani. I sindaci diano fuoco alle fasce tricolori, si blocchino i porti. Pretendiamo la secessione! Ischia da tanto alla Regione ed allo Stato e… cosa riceve in cambio? l’abolizione di servizi pubblici essenziali al vivere civile!!! VERGOGNA!!!”

 

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