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Un prete con la valigia 

donCarloCandido

La condizione di “sede vacante” della parrocchia di San Ciro ha aperto nuovi scenari sullo scacchiere della Curia ischitana. Una buona occasione per appianare dissidi e sistemare dinamiche un po’ incrinate e, dopo una full immersion in quel del Ponte è inevitabile raccontarvi le ultime chicche. Abbiamo aspettato ceh Strofaldi, secondo il rito cattolico, fosse tumulato ed eccoci a trattare di argomenti poco religiosi e molto sociali.

Stando ai bene informati, starebbero per essere messe in atto grandi, anzi grandissime manovre che apporteranno significativi cambiamenti.

Protagonista (o vittima, dipende dal punto di vista) di tutto ciò sembrerebbe essere il mio amico (del direttore!) Don Carlo Candido, sì proprio lui, il salvifico prelato anche tanto amico dell’Amministrazione ischitana, una figura che è risultata essere ingombrante e scomoda all’interno delle strette gerarchie esistenti all’interno del microcosmo ecclesiastico che caratterizza Ischia Ponte e non solo.

Sia la Cattedrale che la chiesa dello Spirito Santo hanno, infatti, organi collegiali e Compatroni che sono deputati alla gestione sia delle rispettive chiese che di tutte le attività collaterali poste in essere. Organismi che esistono da sempre, radicati nel profondo delle tradizioni isolane, che mettono in movimento ingranaggi legati al tessuto sociale profondo e vero (parliamo anche di pura economia e finanza, mica solo cose di chiese….). Con l’arrivo al timone della parrocchia di Don Carlo, queste dinamiche sono quasi del tutto saltate, generando malcontenti e dissapori in virtù delle caratteristiche accentratrici del parroco stesso.

Da qui, quindi, la volontà, dei piani alti, di cogliere la palla al balzo e di destinare Don Carlo alla parrocchia di San Ciro, togliendolo quindi dal triangolo “Cattedrale – Spirito Santo – Vescovato” e compiere un’altra piccola rivoluzione: spostare la parrocchia da Ischia Ponte al Convento di Sant’Antonio.

Tale decisione sarebbe maturata dalla necessità di preservare il Convento dalla chiusura quasi prossima, visto il numero esiguo di monaci presenti e i pochi fedeli che, quotidianamente, vi si recano (vedi anche trasformazione del convento dei Passionisti a Casamicciola in Ostello). Cambiamenti che, sempre secondo i bene informati, dovrebbero avvenire a breve e che vedono Don Carlo in preda a mal celati “mal di pancia”.

Ovviamente ci troviamo davanti a rumors o, come si suol dire, voc ‘e popol, voc e’ dio…

Veramente in questo bailamme c’è un’altra dolente questione post-Strofaldi a cui il Vescovo Lagnese dovrebbe mettere mano… c’è un conto aperto con un prete, omonimo del nostro Direttore. Chi vo capì, capisc, alla prossima…

p.s. secondo altri rumors, gli aspiranti alla Parrocchia di San Ciro sono tanti: Nic…., Mont…., Pugl….

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