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Vestiti di verità, e come profumo la carità 

di Alessandro Mazzella
Non voglio commentare il documento rilasciato dalla diocesi di Ischia, quello dell’ufficio per i problemi sociali e il lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del creato, pubblicato domenica 18 luglio, perché umilmente non mi sento all’altezza di capire bene, e fino in fondo il suo valore. Però posso sicuramente per esperienza vissuta, soffermarmi e fare una riflessione.
Tanti di noi saremmo anche degli abusivi, ma troppi oggi puntano il dito, ma la verità di ogni abusivo, non la conosce nessuno. Possiamo incominciare a dire che se la regione Campania, quando doveva accettare il condono 2003 l’avrebbe fatto, oggi forse veramente avremmo potuto parlare di altre cose, ma cosi non è andata. Allora se dopo 2010 anni, siamo ancora qui’ha parlare di case, per far crescere delle sante famiglie, proprio come quella di Giuseppe, Maria e Gesù, che già allora era difficile trovarne una , infatti si adattarono dentro una stalla cavata nella roccia, e questo significa che da allora non è cambiato nulla, e chi doveva portare al mondo intero la verità, cioè quella di dire, che gli uomini sono stati capaci di far nascere il figlio di Dio dentro una stalla, forse non lo ha fatto bene, e continua anche oggi, me compreso, a non farlo. Oggi tutti vorremmo una famiglia improntata su valori cristiani, dove tutti i componenti della famiglia, stessero attenti ai problemi sociali, alla pace e alla salvaguardia del creato, ma credo , che senza una base ben radicata nella verità , non si possa arrivare da nessuna parte, ed è per questo che non riesco a capire le parole scritte sul documento della Diocesi di Ischia. Parlo e cerco seriamente di rimanere attaccato alla mia esperienza di vita, cosi da non inoltrarmi in argomenti più grossi delle mie capacità, e posso dire che oggi chi vive, e chi dovrà vivere la brutta esperienza di trovarsi vedere la propria casa, quella unica e sola, fatta con tanto amore concreto, e tantissimi sacrifici non può essere paragonato ad un abusivo che ha costruito la seconda e terza casa. Chi ha costruito l’unica casa, e quella famiglia umile, ed e quella che lo ha fatto per creare una famiglia nella verità e nell’amore più concreto. Questa famiglia può essere un buon punto di partenza, per ricominciare a salvaguardare il creato, che tanti credono di rispettare, senza però farsi un vero e umile esame di coscienza.

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